1 OTTOBRE 2022
Ottobre 4, 2022Ora posso raccontarvelo.
Ho mille vite. O meglio, ho avuto mille vite. E ne vorrei ancora tante altre.
Ho iniziato a lavorare presto, molto presto. Avevo 17 anni, anno più anno meno. Facevo la promoter, inaugurazione di un noto supermercato di Bari. Io, che i tacchi non sapevo proprio cosa fossero, su quei trampoli tremendi per ore ore ed ore a vendere tortellini Alibert (Azienda che non so minimamente che fine possa aver fatto) e latte Granarolo. Un tailleur giallo mi avvolgeva, troppo stretto sui fianchi, troppo largo per le mie spalle. Avevo tanti sogni, ma prima di ogni cosa avevo la necessità di supportare la mia famiglia economicamente.
Poi mi spostai in un centro di formazione prevalentemente informatico, Centro Studi Levante. Corsista prima, Segretaria dopo, insegnante dopo ancora. E da li, partì la mia gavetta, quella vera, quella che ti fa sudare gradino dopo gradino. A vent’anni già lavoravo da anni.
Arrivò Microsoft nella mia vita, Studiodelta, un noto centro di formazione della mia zona che si occupava prevalentemente di Esami Microsoft, Ecdl, Cisco, insomma tutta roba che gli addetti al mestiere conoscono bene. Segretaria prima, aiuto marketing dopo, esaminatrice dopo ancora.
Ma non bastava. La fame di gavetta mi divorava, e testarda ed incosciente, volevo sempre di più. E no, non mi riferivo alla parte economica perchè devo essere sincera, sono stata sempre ben pagata per ognuno dei miei lavori. Volevo la luna. Volevo un traguardo. Volevo una realizzazione. Volevo poter dire “ce l’ho fatta”.
Si iniziò a vociferare dell’apertura di Ikea a Bari. E si, mi attirava, perchè in qualche modo quell’idea mi avvicinava alla parte creativa di me, che fino a quel momento si era limitata a rifacimenti di lettere intestate e lavoretti di decoupage casalinghi. Considerando i miei corsi pregressi in restauro dipinti su tela, decorazione ceramica e forgiatura dell’argilla, oltre che la mia passione viscerale per l’arte, la musica e lo scrivere, potete ben immaginare cosa volesse dire per me lavorare con dei freddi monitor di un pc.
Ikea mi selezionò. Prima botta. Indeterminato. Full time. Ero, oggettivamente, una ragazza molto giovane con molta esperienza e questa non era cosa comune. Ed ero stata molto molto molto fortunata.
Prima cassiera. Durò poco. Poi backoffice, post vendita. Durò poco. Poi referente Ikea Business, ancora una volta un freddo PC e tante tante tante aziende da gestire. In quel preciso istante, ho impare l’importanza dell’automazione. Dell’ottimizzazione e della produttività. Poi ancora, progettazione cucine.
Intanto Neige nasceva. E cresceva. Ed insieme a Neige, cresceva la mia voglia di rivalsa. Di affermazione. Di autonomia. Quell’ultimo passaggio fu veramente duro, mollare un posto fisso così stabile dopo 12 anni era veramente da folli. Con due figli. E con un mutuo.
E si, feci quella follia.
Ma oggi sono qui a raccontarvi questi 25 anni di lavoro perchè per la prima volta mi rendo conto, oggi, di quanto ognuna di quelle singole esperienze fatte in questi anni mi abbiano condotta fin qui.
Il mio saper scrivere, il mio sapermi rapportare, l’aver realizzato da sola un portale di e-commerce, l’aver creato graficamente l’immagine del mio brand, la sua identità, il suo stile comunicativo, essermi reinventata, beh è ogni cosa frutto di quelle esperienze. Tutte.
Non sono perfetta. E credo, in tutta onestà, che nessuna azienda lo sia. Ciò in cui continuo a tentare di fare la differenza è proprio l’anima. Quell’anima che tento di riversare su ogni singolo pezzo pensato, progettato, cucito, e consegnato.
Con la nascita dell’E-commerce si chiude un cerchio. Un percorso che nella mia mente era già definito 8 anni fa. E si chiudono le porte con un passato che qualche volta mi ha fatto sentire inadatta. Inappropriata. E non sempre all’altezza.
Con la nascita dell’E-commerce, il 1 OTTOBRE 2022, si allontana quella bambina che aveva paura di affermare se stessa, che lascia il passo ad una donna che qualcosa di buono, ed anche più di qualcosa, è riuscita a fare.
Una donna che non dirà mai più “Non ce la faccio”.
La vita è un percorso. Un continuo cambiamento. E forse cambierò ancora. Ed ancora. Forse scriverò un libro, un giorno. O forse perderò tutto e tornerò dipendente. O forse semplicemente vorrò fare la mamma. O comprare un camper e girare il mondo. Chissà.
Sui muri dell’ufficio in cui lavoravo, in Ikea, c’era una frase. Una frase che mi porto dentro ed in cui credo fermamente e che dice più o meno così…
“L’unica certezza è il cambiamento”.
Assecondate il vostro cambiamento. In equilibrio con l’universo e con ciò che vi circonda. Nel rispetto profondo degli altri ma anche e soprattutto di voi stesse.